Villa Job

Alessandro Job abitava e lavorava a Milano insieme alla moglie Lavinia ed entrambi svolgevano una professione qualificata e prestigiosa, ma ad un certo momento scelgono una strada di vita e di lavoro completamente diversa: quando Alessandro eredita dal nonno Villa Job, ovvero una piccola cascina con cantina annessa e soli 6,5 ettari di proprietà, in Friuli, hanno fin da subito un’idea molto precisa per quanto riguarda la produzione del vino: slegarsi da ogni aspetto commerciale e produrre vini secondo natura, con un approccio molto green, ma non per moda, per convinzione. Siamo nella zona della Grave, spesso e a torto, una zona mal considerata dal punto di vista vinicolo; in realtà le potenzialità sono molto elevate e i Job lo intuiscono. Vengono quindi ridotti gli interventi in vigna e in cantina, si applica un’agricoltura biologica certificata con pratiche mutuate dall’agricoltura biodinamica, si cercano e si applicano percorsi di riciclo e anti spreco. Il territorio circostante è già di per se una concentrazione di biodiversità, la filosofia di Alessandro e Lavinia vuole rispettare e incentivare questo concetto. Le lavorazioni sono quindi fatte tutte manualmente e anche le stesse singole giovani piante non vengono acquistate nei vivai, ma “prodotte” in proprio. Qui le uve vengono lasciate fermentare spontaneamente, con l’utilizzo dei soli lieviti naturalmente presenti sulle bucce, in tronchi conici aperti, senza controllo della temperatura e con raffreddamenti praticati con l’acqua del pozzo. Il vino viene toccato il meno possibile, pazientemente atteso e accudito nel silenzio della cantina, con l’obiettivo di raccogliere, al tempo giusto, tutta la sua personalità. Questo legame profondo con il territorio, le tradizioni locali e la volontà di implementare i cicli naturali, invece di sfruttarli, è davvero percepibile in ogni calice, con un vero marchio di fabbrica.