Rum 

I francesi lo chiamano rhum, gli inglesi rum, gli spagnoli ron. In ogni caso, il rum resta un prodotto, di origine caraibica, di grande fascino. Le prime notizie ufficiose sulla distillazione della canna da zucchero per realizzare il rum risalgono alla fine del 1500, ma è con il Proibizionismo americano che se ne ha una grande diffusione. Oggi, in maniera un po’ grossolana, dividiamo i rum agricoli dai rum industriali. Questi ultimi sono prodotti dalla distillazione di un sottoprodotto della lavorazione della canna da zucchero, la melassa; i rum agricoli invece vedono nella fase di distillazione direttamente la canna da zucchero. Esistono differenze da paese a paese per quanto riguarda la distillazione, ma ovunque l'affinamento è realizzato in botti di rovere, indispensabili per dare le caratteristiche impronte gustative al prodotto finito. Per l'invecchiamento del rum non si utilizzano botti nuove, ma si preferiscono quelle di secondo passaggio, quelle che contenevano bourbon e whisky Americano, proprio perché i tannini di un legno “usato” sono più eleganti e delicati e si integrano bene con la struttura del rum, senza coprire la personalità e la delicatezza del rum agricolo. Questo “matrimonio” tra rum e legno genera note di frutta matura, caramello, vaniglia, tabacco e le tipiche note balsamiche del rovere americano, veramente gradevoli e complesse. Non esiste un disciplinare che regoli l'invecchiamento del rum. In base all'invecchiamento distinguiamo i rum da uno a tre anni per quelli commerciali, seguiti da quelli con affinamento da cinque a sette anni e spesso etichettati con la dicitura “dorado” o “anejo”.